EPIFANIA
del SIGNORE 2013
[dall'Omelia di Benedetto XVI]
Cari fratelli e
sorelle!
Per la Chiesa credente
ed orante, i Magi d’Oriente che, sotto la guida della stella, hanno
trovato la via verso il presepe di Betlemme sono solo l’inizio di
una grande processione che pervade la storia. Per questo, la
liturgia legge il Vangelo che parla del cammino dei Magi insieme con
le splendide visioni profetiche di Isaia 60 e del
Salmo 72, che illustrano con immagini audaci il
pellegrinaggio dei popoli verso Gerusalemme. Come i pastori che,
quali primi ospiti presso il Bimbo neonato giacente nella
mangiatoia, personificano i poveri d’Israele e, in genere, le anime
umili che interiormente vivono molto vicino a Gesù, così gli uomini
provenienti dall’Oriente personificano il mondo dei popoli, la
Chiesa dei gentili – gli uomini che attraverso tutti i secoli si
incamminano verso il Bambino di Betlemme, onorano in Lui il Figlio
di Dio e si prostrano davanti a Lui. La Chiesa chiama questa festa
“Epifania” – l’apparizione, la comparsa del Divino. Se guardiamo il
fatto che, fin da quell’inizio, uomini di ogni provenienza, di tutti
i Continenti, di tutte le diverse culture e tutti i diversi modi di
pensiero e di vita sono stati e sono in cammino verso Cristo,
possiamo dire veramente che questo pellegrinaggio e questo incontro
con Dio nella figura del Bambino è un’Epifania della bontà di Dio e
del suo amore per gli uomini (cfr Tt 3,4).
....(vedere
discorso integrale)....
I Magi hanno seguito la stella, e così sono giunti fino a Gesù, alla
grande Luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr
Gv 1,9). Come pellegrini della fede, i Magi sono diventati essi
stessi stelle che brillano nel cielo della storia e ci indicano la
strada. I santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le
notti di questo mondo e ci guidano. San Paolo, nella Lettera ai
Filippesi, ha detto ai suoi fedeli che devono risplendere come
astri nel mondo (cfr 2,15).
Cari amici, ciò riguarda anche noi. Ciò riguarda soprattutto voi
che, in quest’ora, sarete ordinati Vescovi della Chiesa di Gesù
Cristo. Se vivrete con Cristo, a Lui nuovamente legati nel
Sacramento, allora anche voi diventerete sapienti. Allora
diventerete astri che precedono gli uomini e indicano loro la via
giusta della vita. In quest’ora noi tutti qui preghiamo per voi,
affinché il Signore vi ricolmi con la luce della fede e dell’amore.
Affinché quell’inquietudine di Dio per l’uomo vi tocchi, perché
tutti sperimentino la sua vicinanza e ricevano il dono della sua
gioia. Preghiamo per voi, affinché il Signore vi doni sempre il
coraggio e l’umiltà della fede. Preghiamo Maria che ha mostrato ai
Magi il nuovo Re del mondo (Mt 2,11), affinché ella, quale
Madre amorevole, mostri Gesù Cristo anche a voi e vi aiuti ad essere
indicatori della strada che porta a Lui. Amen. |
Anniversari
di Matrimonio
Sabato 8 Dicembre
durante la Messa delle 11:30 ci sarà la celebrazione comunitaria
degli anniversari di matrimonio
( 5°, 10°, 15°
ecc...anno di matrimonio ). Le adesioni
vanno date al parroco entro Novembre.Alla cerimonia
seguirà il pranzo presso il "ristorante Gigetto".
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La Festa della Famiglia si
svolgerà per le vie di Osimo
scarica il manifesto
scarica il volantino
Alle ore 9:00
accoglienza per le famiglie in piazza
Marconi (presso il teatro La Nuova Fenice);
Ore 9:30
TAVOLA ROTONDA SUL TEMA presso il Teatro.
Interverranno il Prof. Giancarlo
Galeazzi; Giancarlo Trapanese
e il Prof. Camillo Regalia
dell'Università Cattolica di Milano.
Ore 12:15
Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo
Edoardo Menichelli (presso la Basilica di
San giuseppe da Copertino)
Ore 13:30
Pranzo insieme: primo e bevande offerte
dall'organizzazione (presso il chiostro
della Basilica di San Giuseppe)
Ore 14:30
INSIEME IN FAMIGLIA: concorso a premi "La
Cucchiara d'oro"; canti e giochi con la
Varano's Band (Chiostro della Basilica di
San Giuseppe);
Ore 16:30
Preghiera della famiglia (Chiostro di
San Giuseppe);
ORE 17:00
FESTA MEDIEVALE "Gruppo La
Contesa dello Stivale di Filottrano"
(Piazza del Comune)
Sarà garantita
l'animazione dei Bambini per tutta la
giornata.ANNULLO
FILATELICO
: durante la festa sarà possibile
acquistare la cartolina in ricordo della
giornata con l'annullo filatelico.
Piazza Marconi (orario 9:00-12:00);
Piazza del Comune (orario 16:00-19:00);
MOSTRA
FILATELICA
"I sette Papi nella filatelia" allestita
dall'Ass. Filatelico-Numismatica "Giannetto
Canapa" di Osimo. Dal 8 al 23 Settembre
presso il Centro Attività Culturali San
Silvestro (orario 10:00-12:00/
17:30-19:30);
CONCORSO A
PREMI "La Cucchiara d'Oro"
in
collaborazione con la Società Operaia di
Osimo. Gara di dolci fatti in casa
preparati dalle famiglie (Chiostro di
San Giuseppe);
INAUGURAZIONE
MOSTRA FOTOGRAFICA
"La Famiglia in Uganda" aperta fino al
23 Settembre (Chiostro di San Giuseppe);
PESCA DI
BENEFICENZA
organizzata dal Centro Missioni Onlus
per il progetto Latte= Vita,
distribuzione di latte a mamme
sieropositive della Missione di Gulu,
Nord Uganda.
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San
Bernardino da Siena
Sacerdote
(20
maggio)
Canonizzato nel 1450, cioè a soli sei
anni dalla morte, era nato nel 1380 a
Massa Marittima, dalla nobile famiglia
senese degli Albizzeschi. Rimasto orfano
dei genitori in giovane età fu allevato
a Siena da due zie. Frequentò lo Studio
senese fino a ventidue anni, quando
vestì l'abito francescano. In seno
all'ordine divenne uno dei principali
propugnatori della riforma dei
francescani osservanti. Banditore della
devozione al santo nome di Gesù, ne
faceva incidere il monogramma «YHS» su
tavolette di legno, che dava a baciare
al pubblico al termine delle prediche.
Stenografati con un metodo di sua
invenzione da un discepolo, i discorsi
in volgare di Bernardino sono giunte
fino a noi. Aveva parole durissime per
quanti «rinnegano Iddio per un capo
d'aglio» e per «le belve dalle zanne
lunghe che rodono le ossa del povero».
Anche dopo la sua morte, avvenuta alla
città dell'Aquila, nel 1444, Bernardino
continuò la sua opera di pacificazione.
Era infatti giunto morente in questa
città e non poté tenervi il corso di
prediche che si era prefisso.
Persistendo le lotte tra le opposte
fazioni, il suo corpo dentro la bara
cominciò a versare sangue e il flusso si
arrestò soltanto quando i cittadini
dell'Aquila si rappacificarono.
(Avvenire)
Il
trigramma del Nome di Gesù
Affinché la sua predicazione non fosse
dimenticata facilmente, Bernardino con
profondo intuito psicologico, la
riassumeva nella devozione al Nome di
Gesù e per questo inventò un simbolo dai
colori vivaci che veniva posto in tutti
i locali pubblici e privati, sostituendo
blasoni e stemmi delle famiglie e delle
varie corporazioni spesso in lotta tra
loro.
Il
trigramma del nome di Gesù, divenne un
emblema celebre e diffuso in ogni luogo,
sulla facciata del Palazzo Pubblico di
Siena campeggia enorme e solenne, opera
dell’orafo senese Tuccio di Sano e di
suo figlio Pietro, ma lo si ritrova in
ogni posto dove Bernardino e i suoi
discepoli abbiano predicato o
soggiornato.
Qualche volta il trigramma figurava
sugli stendardi che precedevano
Bernardino, quando arrivava in una nuova
città per predicare e sulle tavolette di
legno che il santo francescano poggiava
sull’altare, dove celebrava la Messa
prima dell’attesa omelia, e con la
tavoletta al termine benediceva i
fedeli.Il
trigramma fu disegnato da Bernardino
stesso, per questo è considerato patrono
dei pubblicitari; il simbolo consiste in
un sole raggiante in campo azzurro,
sopra vi sono le lettere IHS che sono le
prime tre del nome Gesù in greco (ma si
sono date anche altre spiegazioni, come
l’abbreviazione di “In Hoc Signo (vinces)”,
il motto costantiniano, oppure di “Iesus
Hominum Salvator”.
Ad ogni elemento del simbolo, Bernardino
applicò un significato; il sole centrale
è chiara allusione a Cristo che dà la
vita come fa il sole, e suggerisce
l’idea dell’irradiarsi della Carità.
Il calore del sole è diffuso dai raggi,
ed ecco allora i dodici raggi
serpeggianti cioè i dodici Apostoli e
poi da otto raggi diretti che
rappresentano le beatitudini; la fascia
che circonda il sole rappresenta la
felicità dei beati che non ha termine,
il celeste dello sfondo è simbolo della
fede; l’oro dell’amore.
Bernardino allungò anche l’asta sinistra
dell’H, tagliandola in alto per farne
una croce, in alcuni casi la croce è
poggiata sulla linea mediana dell’H.
Il significato mistico dei raggi
serpeggianti era espresso in una
litania: 1° rifugio dei penitenti; 2°
vessillo dei combattenti; 3° rimedio
degli infermi; 4° conforto dei
sofferenti; 5° onore dei credenti; 6°
gioia dei predicanti; 7° merito degli
operanti; 8° aiuto dei deficienti; 9°
sospiro dei meditanti; 10° suffragio
degli oranti; 11° gusto dei
contemplanti; 12° gloria dei trionfanti.
Tutto il simbolo è circondato da una
cerchia esterna con le parole in latino
tratte dalla Lettera ai Filippesi di San
Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio
si pieghi, sia degli esseri celesti, che
dei terrestri e degli inferi”.
Il trigramma bernardiniano ebbe un gran
successo, diffondendosi in tutta Europa,
anche s. Giovanna d’Arco volle ricamarlo
sul suo stendardo e più tardi fu
adottato anche dai Gesuiti.
Diceva s. Bernardino: “Questa è mia
intenzione, di rinnovare e chiarificare
il nome di Gesù, come fu nella primitiva
Chiesa”, spiegando che, mentre la croce
evocava la Passione di Cristo, il suo
nome rammentava ogni aspetto della sua
vita, la povertà del presepio, la
modesta bottega di falegname, la
penitenza nel deserto, i miracoli della
carità divina, la sofferenza sul
Calvario, il trionfo della Resurrezione
e dell’Ascensione.
In effetti ribadiva la devozione già
presente in san Paolo e durante il
Medioevo in alcuni Dottori della Chiesa
e in s. Francesco d’Assisi, inoltre tale
devozione era praticata in tutto il
Senese, pochi decenni prima dai Gesuati,
congregazione religiosa fondata nel 1360
dal senese beato Giovanni Colombini,
dedita all’assistenza degli infermi e
così detti per il loro ripetere
frequente del nome di Gesù.
Quindi la novità di s. Bernardino fu di
offrire come oggetto di devozione le
iniziali del nome di Gesù, attorniato da
efficaci simbolismi, secondo il gusto
dell’epoca, amante di stemmi, armi,
simboli.
L’uso del trigramma, comunque gli
procurò accuse di eresie e idolatria,
specie dagli Agostiniani e Domenicani, e
Bernardino da Siena subì ben tre
processi, nel 1426, 1431, e 1438, dove
il francescano poté dimostrare la sua
limpida ortodossia, venendo ogni volta
assolto con il favore speciale di papa
Eugenio IV, che lo definì “il più
illustre predicatore e il più
irreprensibile maestro, fra tutti quelli
che al presente evangelizzano i popoli
in Italia e fuori”. |
Messa di Natale in San Pietro
L'omelia di Benedetto XVI: "Oggi il
Natale è diventato una festa dei negozi,
il cui luccichio abbagliante nasconde il
mistero dell'umiltà di Dio, la quale ci
invita all'umiltà e alla semplicità".E
poi: "In questo nostro tempo, in questo
nostro mondo, fà che i bastoni
dell'aguzzino, i mantelli intrisi di
sangue e gli stivali rimbombanti dei
soldati vengano bruciati". Ratzinger ha
invitato a pregare anche per i migranti
[leggi
l'omelia completa]
ROMA - Benedetto XVI è
entrato nella basilica di San Pietro,
dove questa sera celebra la messa della
notte di Natale. Il Papa ha fatto
ingresso nella navata in processione
trasportato, come avviene da qualche
tempo, sulla "pedana mobile",
dispositivo che gli evita la fatica del
percorso a piedi e anche possibili
aggressioni come quella avvenuta due
anni or sono, proprio la notte di
Natale, da parte dell'italo-svizzera
Susanna Maiolo.
Questa sera il Papa ha concelebrato la
messa con 30 cardinali. A mezzogiorno,
affacciandosi dalla loggia centrale
della basilica, rivolgerà il
tradizionale messaggio natalizio e
impartirà la benedizione "Urbi et Orbi".
Vestito con i paramenti dorati delle
occasioni più solenni, il Pontefice,
acclamato dalla folla che gremisce la
basilica, ha percorso la navata
benedicendo i presenti. Quindi, sceso
dalla "pedana mobile", è salito
all'altare della Confessione per dare
inizio alla liturgia.
"Oggi il Natale è diventato una festa
dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il
mistero dell'umiltà di Dio, la quale ci invita
all'umiltà e alla semplicità". E' il monito pronunciato
dal Papa durante la messa di Natale in San Pietro.
"Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo
sguardo le facciate luccicanti di questo tempo - ha
aggiunto - fino a trovare dietro di esse il bambino
nella stalla di Betlemme, per scoprire così la vera
gioia e la vera luce".
"Chi oggi vuole entrare nella chiesa
della Natività di Gesù a Betlemme - ha
ricordato il Pontefice nell'omelia -,
scopre che il portale, che un tempo era
alto cinque metri e mezzo e attraverso
il quale gli imperatori e i califfi
entravano nell'edificio, è stato in gran
parte murato. E' rimasta soltanto una
bassa apertura di un metro e mezzo.
L'intenzione era probabilmente di
proteggere meglio la chiesa contro
eventuali assalti, ma soprattutto di
evitare che si entrasse a cavallo nella
casa di Dio".
"Chi desidera entrare nel luogo della
nascita di Gesù, deve chinarsi - ha
proseguito -. Mi sembra che in ciò si
manifesti una verità più profonda, dalla
quale vogliamo lasciarci toccare in
questa Notte santa: se vogliamo trovare
il Dio apparso quale bambino, allora
dobbiamo scendere dal cavallo della
nostra ragione 'illuminata'".
Secondo papa Ratzinger, quindi,
"dobbiamo deporre le nostre false
certezze, la nostra superbia
intellettuale, che ci impedisce di
percepire la vicinanza di Dio. Dobbiamo
seguire il cammino interiore di san
Francesco - il cammino verso
quell'estrema semplicità esteriore ed
interiore che rende il cuore capace di
vedere". "Dobbiamo chinarci, andare
spiritualmente, per così dire, a piedi -
ha aggiunto -, per poter entrare
attraverso il portale della fede ed
incontrare il Dio che è diverso dai
nostri pregiudizi e dalle nostre
opinioni: il Dio che si nasconde
nell'umiltà di un bimbo appena nato".
"Celebriamo così liturgia di questa
Notte santa - è stato l'invito del
Pontefice - e rinunciamo a fissarci su
ciò che è materiale, misurabile e
toccabile. Lasciamoci rendere semplici
da quel Dio che si manifesta al cuore
diventato semplice".
Benedetto XVI ha pregato per la pace.
"Amiamo il Tuo essere bambino, la Tua
non violenza, ma soffriamo per il fatto
che la violenza perdura nel mondo", ha
detto sulla venuta di Dio nel Natale.
"Dimostra la Tua potenza, o Dio - ha
aggiunto -. In questo nostro tempo, in
questo nostro mondo, fà che i bastoni
dell'aguzzino, i mantelli intrisi di
sangue e gli stivali rimbombanti dei
soldati vengano bruciati, così che la
Tua pace vinca in questo nostro mondo".
"Preghiamo in quest'ora anzitutto anche
per tutti coloro che devono vivere il
Natale in povertà, nel dolore, nella
condizione di migranti, affinchè appaia
loro un raggio della bontà di Dio". E'
l'esortazione che Benedetto XVI ha
rivolto ai fedeli al termine dell'omelia
nella messa della notte di Natale da lui
presieduta nella basilica di San Pietro.
Benedetto XVI ha concluso la
celebrazione della messa della notte di
Natale nella basilica vaticana. Mentre
il coro della Cappella Sistina intonava
il tradizionale canto natalizio "Tu
scendi dalle stelle", e mentre
l'immagine del Bambino Gesù veniva
collocata nel presepe all'interno della
basilica, il Papa ha ripercorso la
navata sempre trasportato sulla "pedana
mobile" e applaudito dalla folla dei
fedeli. Ha quindi sostato dinanzi al
presepe per un momento di venerazione,
prima di uscire dalla basilica.
[Repubblica
24 dicembre 2011]
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Catechesi di Benedetto XVI sulla
Commemorazione dei Defunti
Come già dicevo
ieri all’Angelus, in questi giorni ci si reca al
cimitero per pregare per le persone care che ci hanno
lasciato, quasi un andare a visitarle per esprimere
loro, ancora una volta, il nostro affetto, per sentirle
ancora vicine, ricordando anche, in questo modo, un
articolo del Credo: nella comunione dei santi c’è uno
stretto legame tra noi che camminiamo ancora su questa
terra e tanti fratelli e sorelle che hanno già raggiunto
l’eternità.
Da sempre
l’uomo si è preoccupato dei suoi morti e ha cercato di
dare loro una sorta di seconda vita attraverso
l’attenzione, la cura, l’affetto. In un certo modo si
vuole conservare la loro esperienza di vita; e,
paradossalmente, come essi hanno vissuto, che cosa hanno
amato, che cosa hanno temuto, che cosa hanno sperato e
che cosa hanno detestato, noi lo scopriamo proprio dalle
tombe, davanti alle quali si affollano ricordi. Esse
sono quasi uno specchio del loro mondo.
Perché è così?
Perché, nonostante la morte sia spesso un tema quasi
proibito nella nostra società, e vi sia il tentativo
continuo di levare dalla nostra mente il solo pensiero
della morte, essa riguarda ciascuno di noi, riguarda
l’uomo di ogni tempo e di ogni spazio. E davanti a
questo mistero tutti, anche inconsciamente, cerchiamo
qualcosa che ci inviti a sperare, un segnale che ci dia
consolazione, che si apra qualche orizzonte, che offra
ancora un futuro. La strada della morte, in realtà, è
una via della speranza e percorrere i nostri cimiteri,
come pure leggere le scritte sulle tombe è compiere un
cammino segnato dalla speranza di eternità. Ma ci chiediamo:
perché proviamo timore davanti alla morte? Perché
l’umanità, in una sua larga parte, mai si è rassegnata a
credere che al di là di essa non vi sia semplicemente il
nulla? Direi che le risposte sono molteplici: abbiamo
timore davanti alla morte perché abbiamo paura del
nulla, di questo partire verso qualcosa che non
conosciamo, che ci è ignoto. E allora c’è in noi un
senso di rifiuto perché non possiamo accettare che tutto
ciò che di bello e di grande è stato realizzato durante
un’intera esistenza, venga improvvisamente cancellato,
cada nell’abisso del nulla. Soprattutto noi sentiamo che
l’amore richiama e chiede eternità e non è possibile
accettare che esso venga distrutto dalla morte in un
solo momento.
Ancora,
abbiamo timore davanti alla morte perché, quando ci
troviamo verso la fine dell’esistenza, c’è la percezione
che vi sia un giudizio sulle nostre azioni, su come
abbiamo condotto la nostra vita, soprattutto su quei
punti d’ombra che, con abilità, sappiamo spesso
rimuovere o tentiamo di rimuovere dalla nostra
coscienza. Direi che proprio la questione del giudizio è
spesso sottesa alla cura dell’uomo di tutti i tempi per
i defunti, all’attenzione verso le persone che sono
state significative per lui e che non gli sono più
accanto nel cammino della vita terrena. In un certo
senso i gesti di affetto, di amore che circondano il
defunto, sono un modo per proteggerlo nella convinzione
che essi non rimangano senza effetto sul giudizio.
Questo lo possiamo cogliere nella maggior parte delle
culture che caratterizzano la storia dell’uomo.
Oggi il mondo
è diventato, almeno apparentemente, molto più razionale,
o meglio, si è diffusa la tendenza a pensare che ogni
realtà debba essere affrontata con i criteri della
scienza sperimentale, e che anche alla grande questione
della morte si debba rispondere non tanto con la fede,
ma partendo da conoscenze sperimentabili, empiriche. Non
ci si rende sufficientemente conto, però, che proprio in
questo modo si è finiti per cadere in forme di
spiritismo, nel tentativo di avere un qualche contatto
con il mondo al di là della morte, quasi immaginando che
vi sia una realtà che, alla fine, sarebbe una copia di
quella presente.
Cari amici, la
solennità di tutti i Santi e la Commemorazione di tutti
i fedeli defunti ci dicono che solamente chi può
riconoscere una grande speranza nella morte, può anche
vivere una vita a partire dalla speranza. Se noi
riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimensione
orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente,
la stessa vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha
bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è
troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile
solamente se c’è un Amore che superi ogni isolamento,
anche quello della morte, in una totalità che trascenda
anche lo spazio e il tempo. L’uomo è spiegabile, trova
il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio. E noi
sappiamo che Dio è uscito dalla sua lontananza e si è
fatto vicino, è entrato nella nostra vita e ci dice: «Io
sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se
muore vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in
eterno» (Gv 11,25-26).
Pensiamo un
momento alla scena del Calvario e riascoltiamo le parole
che Gesù, dall’alto della Croce, rivolge al malfattore
crocifisso alla sua destra: «In verità io ti dico: oggi
con me sarai nel paradiso» (Lc 23,43). Pensiamo
ai due discepoli sulla strada di Emmaus, quando, dopo
aver percorso un tratto di strada con Gesù Risorto, lo
riconoscono e partono senza indugio verso Gerusalemme
per annunciare la Risurrezione del Signore (cfr Lc
24,13-35). Alla mente ritornano con rinnovata chiarezza
le parole del Maestro: «Non sia turbato il vostro cuore.
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella
casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no non vi
avrei mai detto: "Vado a prepararvi un posto"?» (Gv
14,1-2). Dio si è veramente mostrato, è diventato
accessibile, ha tanto amato il mondo «da dare il suo
Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada
perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16), e
nel supremo atto di amore della Croce, immergendosi
nell’abisso della morte, l’ha vinta, è risorto ed ha
aperto anche a noi le porte dell’eternità. Cristo ci
sostiene attraverso la notte della morte che Egli stesso
ha attraversato; è il Buon Pastore, alla cui guida ci si
può affidare senza alcuna paura, poiché Egli conosce
bene la strada, anche attraverso l’oscurità.
Ogni domenica,
recitando il Credo, noi riaffermiamo questa verità. E
nel recarci ai cimiteri a pregare con affetto e con
amore per i nostri defunti, siamo invitati, ancora una
volta, a rinnovare con coraggio e con forza la nostra
fede nella vita eterna, anzi a vivere con questa grande
speranza e testimoniarla al mondo: dietro il presente
non c’è il nulla. E proprio la fede nella vita eterna dà
al cristiano il coraggio di amare ancora più
intensamente questa nostra terra e di lavorare per
costruirle un futuro, per darle una vera e sicura
speranza. Grazie.
|
Discorsi di Benedetto XVI durante alla
chiusura del XXV Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona
“Dal Pane della vita - e’
stato l’auspicio di Joseph Ratzinger, colpito dalla
straordinaria vitalità mostrata dalla Chiesa Italiana in
questa grande kermesse che per otto giorni ha coinvolto
(e invaso) cinque città delle Marche - trarrà vigore una
rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i
valori fondamentali dell’esistenza, del sapere, del
patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci
farà abitare la città degli uomini con la disponibilità
a spenderci nell’orizzonte del bene comune per la
costruzione di una società più equa e fraterna”. “Cari
amici - ha detto agli oltre 100 mila fedeli presenti -
ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza
dell’Eucaristia in una costante osmosi tra il mistero
che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano”. “La
vita quotidiana - e’ stato l’auspicio conclusivo del
Papa - diventi dunque luogo del culto spirituale, per
vivere in tutte le circostanze il primato di Dio”.
[leggi
l'omelia integrale]
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Dall'incontro con le
Famiglie ed i Sacerdoti a San Ciriaco:
|
Dall'incontro con i Fidanzati in Piazza del Plebiscito:
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BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA
Dissi ai giovani in quella occasione
di “non appiattirsi nella mediocrità”, di “non vivere solo a metà”, ma
di “prendere nelle loro mani la propria vita”, per “farne un autentico e
personale capolavoro”.
[Giovanni Paolo II
Cagliari - Domenica, 20 ottobre 1985] |
"Ora,
grazie al Risorto, vale in modo definitivo che la
ragione è più
forte dell’irrazionalità, la verità
più forte della menzogna, l’amore
più forte della morte. Celebriamo il primo giorno, perché sappiamo che
la linea oscura che attraversa la creazione non rimane per sempre. Lo
celebriamo, perché sappiamo che ora vale definitivamente ciò che è detto
alla fine del racconto della creazione: 'Dio vide quanto aveva fatto, ed
ecco, era cosa molto buona' (Gen 1,31)".
Benedetto XVI, 23 aprile 2011 |
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EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO
Orientamenti
pastorali dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-2020
scarica
il documento della CEI
guarda il servizio
televisivo!!!
i
Vescovi italiani hanno scelto come obiettivo del decennio la sfida educativa,
consapevoli – insieme ai loro scerdoti – che
non c'è
evangelizzazione senza educazione integrale della persona e senza educatori
autentici e convinti.
Il Vangelo annuncia la redenzione ed eleva tutto l'uomo, promuove civiltà e
cultura. Quel piccolo Bambino che vediamo in braccio alla Madonna che ci guarda
affettuosa, è stato educato dalla Santa Vergine ed educa tutti noi.
Tutti abbiamo
sempre bisogno di essere educati e di educarci: nessuno è arrivato!
Card.
Bagnasco - Omelia Solennità Festa Madonna della Guardia
29 agosto 2010
Leggi la versione integrale |
La celebrazione delle Ceneri ci introduce
nel cammino quaresimale verso la Pasqua. è tempo di preghiera, di
penitenza, di riflessione. Il Vangelo di Matteo che ci viene proposto
invita a compiere delle opere buone. Spinge ognuno a farsi prossimo dei
fratelli, a donare del tempo, dello spazio, delle parole, dei beni a
quanti si incontrano nel nostro cammino. Ma oltre ad elencare una serie
di opere di carità, il brano evangelico mette in evidenza la modalità di
compierle. A cominciare dalla discrezione, dalla semplicità, dal
rifuggire ogni sorta di pubblicità o di autocompiacimento, è l'umiltà la
virtù richiesta per fare la carità, non il vanto o l'orgoglio per essere
riuscito a fare del bene.
L'obiettivo principale rimane quello di
non ferire mai la persona che riceve del bene, di non farlo sentire a
disagio. Così nella preghiera. Essa deve essere fiduciosa, costante, ma
concreta. Il Signore conosce i nostri bisogni ed è pronto ad aiutarci.
Occorre solo metterci nella disposizione di attendere tutto da Lui come
grazia e di mettere in conto che potrebbe non concederci immediatamente
quanto richiesto in vista di un bene maggiore. [Nicola Gori -
tratto da "La Domenica 9 marzo 2011]
|
Verso il Congresso Eucaristico 2011
Domenica
28 novembre 2010,
prima domenica di avvento, la
Santa Messa dalla cattedrale di
San Ciriaco presieduta da mons. Edoardo
Menichelli verrà trasmessa su
Rai Uno alle ore 11. Con tale celebrazione si
dà ufficialmente inizio al cammino della Chiesa italiana
verso il
XXV Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà
ad Ancona dal 3 all'11 settembre 2011. |
17 ottobre Madonna di Fatima
La nostra parrocchia
è da decenni devota alla Madonna di Fatima. Approfittiamo della
ricorrenza per la riscoperta del Rosario
Fu un papa domenicano, S. Pio V, il primo
a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che
in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una specie
di "breviario del popolo", da
recitarsi la sera, in famiglia, poiché si presta benissimo a dare un
orientamento spirituale alla liturgia familiare.
Quelle "Ave Maria" recitate in famiglia sono animate da un autentico
spirito di preghiera: "E mentre si propaga la dolce e monotona cadenza
delle "Ave Maria", il padre o la madre di famiglia pensano alle
preoccupazioni familiari, al bambino che
attendono o ai problemi che già pongono i figli più grandi.
Questo insieme di aspetti della vita
familiare subisce allora l'illuminazione del mistero salvifico del
Cristo, e viene spontaneo
affidarlo con semplicità alla madre del miracolo di Cana e di tutta
quanta la redenzione" (Schillebeeckx). [da Santi e Beati]
LA PROCESSIONE
sarà ALLE ORE 18 |
per permettere lo
svoglimento del GrEst
il parcheggio dietro
l'oratorio
!!! RIMARRA' CHIUSO !!!
da lunedì 30 al 4 settembre
|
Domenica 6 giugno - CORPUS
DOMINI
"Il
nostro Salvatore, nell'Ultima Cena, la notte in cui fu
tradito, istituì il Sacrificio eucaristico del suo Corpo
e del suo Sangue, onde perpetuare nei secoli, fino al
suo ritorno, il Sacrificio della croce, e per affidare
alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della
sua morte e resurrezione, sacramento di pietà, segno di
unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si
riceve Cristo, l'anima è ricolma di grazia e ci è dato
il pegno della gloria futura". (Concilio Vaticano II N
47)
L’Eucaristia sarà seguita dalla Processione per alcune
vie del nostro paese. Ma quale ne è il significato?
"Ne potremmo trovare diversi, ma uno in particolare pare
essere molto pregnante e lo esprimerei così:
l’Eucaristia è il Signore Gesù che, ripresentando per
noi il dono che ha fatto di se stesso sulla croce, ci
coinvolge in questo atteggiamento.
Noi, tuttavia, non siamo solo la nostra interiorità, ma
anche le realtà di cui abbiamo bisogno per vivere, le
nostre cose, le nostre case, le nostre strade."
[Mons.
Luigi Manganini Vic.Ep.
Dioc. Milano] |
VITA DA PARROCO
“Beato chi non si scandalizza di me” (Mt 11,6)
Se il Parroco ha un volto gioviale, è ingenuo
Se è pensoso, è un eterno insoddisfatto.
Se è bello, “perché non si è sposato?”
Se è brutto, “nessuno l’ha voluto!”
Se va all’osteria, è un beone
Se sta in casa, è un asceta sdegnoso
Se va in “borghese”, è un uomo di mondo
Se veste la “tonaca”, è un conservatore
Se parla con i ricchi, è un capitalista
Se sta con i poveri, è un comunista
Se è grasso, non si lascia mancare niente
Se è magro, è un avaro
Se cita il Concilio, è un prete moderno
Se parla di “catechismo”, è un tridentino
Se il Parroco predica a lungo, è noioso
|
Se alla predica alza la voce, grida
Se parla normale, non si capisce niente
Se possiede una macchina, è mondano
Se non la si possiede, non segue il tempo
Se visita i parrocchiani, ficca il naso nelle loro cose
Se sta in canonica, non va a visitare i suoi parrocchiani.
Se chiede delle offerte, è avido di denaro
Se non organizza delle feste, la parrocchia è morta
Se trattiene i penitenti a lungo in confessionale, dà scandalo o è
noioso
Se nel confessionale è svelto, non ascolta i penitenti
Se comincia puntualmente la Messa, il suo orologio va avanti
Se comincia un tantino in ritardo, fa perder tempo a tutti.
Se fa
restaurare la chiesa, fa spreco di denaro
Se è giovane, è senza esperienza
Se è vecchio, è ora che se ne vada in pensione
E… se va altrove, in missione o muore,
chi lo potrà sostituire? |
LA VOLPE
Una volpe, guardando la sua ombra al
sorgere del sole, disse: <<Oggi, a
pranzo, mangerò un cammello>>.
E trascorse l’intera mattinata alla
ricerca di un cammello.
Ma a mezzogiorno vide nuovamente la sua
ombra e disse: <<Un topo mi basterà>>. |
Messa
Zonale
MESE DI
MAGGIO
lunedì 3
maggio
via Baiana presso
casa Terrè
lunedì 10 maggio
via della Caccia
presso Casa Simonetti
lunedì 17 maggio
via San Giovanni presso
casa Giamagli
lunedì 24 maggio
via Brodolini presso
casa Piersantelli
lunedì 31 maggio
via del Vaio presso
casa Moretti
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BENEDIZIONE DELLE CASE
(nel pomeriggio dalle 15 alle 18:30 e non in caso di pioggia)
10 maggio: Via San
Vincenzo
11 maggio: Via
Mucciolina
12 maggio: Via Baiana
13 maggio: Via
dell'Industria
14 maggio: Via dell'Industria
Le altre vie verranno programmate settimana per
settimana, alla Domenica avviseremo le vie che visiteremo ogni
settimana.
|
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13 Maggio
Festa Madonna di Fatima
Signora
Nostra
e Madre di tutti gli uomini e le donne,
eccomi come un figlio
che viene a visitare sua Madre
e lo fa in compagnia
di una moltitudine di fratelli e sorelle.
Come successore di Pietro,
a cui fu affidata la missione
di presiedere al servizio
della carità nella Chiesa di Cristo
e di confermare tutti nella fede
e nella speranza,
voglio presentare al tuo
Cuore Immacolato
le gioie e le speranze
nonché i problemi e le sofferenze
di ognuno di questi tuoi figli e figlie
che si trovano nella Cova di Iria
oppure ci accompagnano da lontano.
Madre amabilissima,
tu conosci ciascuno per il suo nome,
con il suo volto e la sua storia,
e a tutti vuoi bene
con la benevolenza materna
che sgorga dal cuore stesso di Dio Amore.
Tutti affido e consacro a te,
Maria Santissima,
Madre di Dio e nostra Madre.
[Benedetto
XVI a Fatima il 13/05/10] |
sabato 8
maggio
Prima
Confessione
Catechisti: FedericaF, GiadaD, NicolaP, SofiaS, ValentinaM, ClaudiaM
AlessiaP, AmbraP, AndreaF, AsiaC, AsiaP, ChiaraM, ChiaraR, Daniel,
DavideM, DavideS, DiegoS, EliaF, Filippo, FilippoG, FrancescaP,
GenjferS, GiorgiaF, GiorgiaM, GiuliaT, GioeleC, LorenzoG, MariaI,
MarialunaP, MaryC, NicolaR, NicolasF, NoemiC, NoemiF, NoemiP,
PamelaM, Paolo, RacheleM, SamueleB, SamueleT, SimoneD, SaraF,
VeronicaC
|
VITA DI SANTA TERESA DEL
BAMBIN GESU’
Dal giornale diocesano “PRESENZA”
febbraio 2010
Un
altro appuntamento, una opportunità per tutti coloro che, credenti e non
credenti, vogliono essere a lezione di colei che dall’abbandono in Dio
ne ha fatto scelta totale di vita.
La piccola urna con i resti di Teresa di Lisieux ,
le reliquie della giovanissima Carmelitana morta oltre cento anni fa,
proclamata Dottore della Chiesa nel 1997 da Giovanni Paolo II, sarà per
quattro giorni in Ancona. Ancora una volta il nostro bel “ Bel San
Ciriaco”, arrampicato sul Guasco, ospiterà un evento particolare, uno
dei tanti che si perdono nella notte dei tempi di questa nostra storia
millenaria.
Sarà un evento intensamente spirituale e il nostro
mare farà da cornice come un abbraccio tenerissimo portato da sempre a
queste sponde.
Teresa doveva essere minuta….Ce n’è una di lei,
bambina di pochi anni, che resta nella memoria.
Teresa è molto bella, ma anche sorride furbamente,
come quei bambini che come ti distrai ne combinano una, certi però
d’essere sempre riabbracciati.
“No, io non muoio, entro nella vita”, sono
state le sue ultime parole, e in quei giorni di pellegrinaggio su nella
millenaria Cattedrale ci sarà tutto il tempo e il silenzio, per
risentirle echeggiare.
Si c’è questo bisogno, profondamente umano, di
toccare con le nostre mani. Teresa affronta il nodo del cristiano di
oggi, la fede nella quotidianità, nella vita semplice di tutti i giorni.
Non so se Ancona si accorgerà del suo passaggio.
Ma non è importante; i santi passano e seminano,
lasciano tracce che si vedranno dopo.
Teresa ci insegna la semplicità, e papa Giovanni
Paolo II nel nominarla Dottore della Chiesa ha voluto dare un segno ai
nostri tempi “La prima grazia, è già nell’arrivare a domandarla.
E’ già nel riconoscersi bisognosi di chiederla”.
E’ comprensibile ancora, questa ragazza di
cent’anni fa?
E’ fortemente comprensibile per i giovani, proprio
per la sua semplicità, per la sua logica schietta e stringente.
Innamorarsi di Teresa del Bambin Gesù. Come?
Forse alla fine comprendere che come siamo
abituati, con tutto questo analizzare, indagare, sottilizzare puoi anche
rischiare di non capire niente.
E se anche capisci, non è detto che questo ti
guarisca…..
Con Teresa si può comprendere la bellezza
dell’abbandono a Dio, come di un bambino. |
Programma del Tempo di Natale
15 dicembre: Inizio Novena
24 dicembre: S. Messa
Natale ore 24:00
25 dicembre:
Cristo si fa uomo per salvarci, accostiamoci a Lui mediante i sacramenti
ed un maggior impegno di vita cristiana
26
dicembre: Sante Messe secondo l'orario festivo
31
dicembre: "Te Deum di Ringraziamento" ore 18:30
Invitiamo i
ragazzi a mantenere viva la tradizione del presepe in famiglia, servirà
molto a ricordarci il Mistero dell’Incarnazione, Dio con Noi!
Durante le imminenti feste natalizie
cerchiamo di fare qualche piccola rinuncia; evitiamo almeno gli sprechi,
ricordandoci di chi ha meno di noi: sono veramente tanti quelli meno
fortunati di noi. |
Festa della
Famiglia
20° Anniversario degli Anniversari di Matrimonio...
...non è come può
sembrare un gioco di parole, ma è quanto si è celebrato l'8 dicembre
scorso presso la nostra chiesa parrocchiale. Tutto, infatti, è iniziato
nel "lontano" 1989 grazie a Maria Angela Ceccati che, da allora, ogni
anno organizza questo momento di riflessione (e di festa) sulla
"Promessa di Matrimonio". Tale riflessione è benefica sotto tantissimi
punti di vista dai quali potrebbero esserne desunti due:
per le coppie stesse:
quelle più giovani possono "toccare con mano" l'esperienza di quelle di
più lungo corso e quest'ultime possono sentirsi ancor una volta in più
utili (magari anche con un più che meritato pizzico d'orgoglio) per
coloro che hanno intrapreso la loro stessa strada;
per tutti i
partecipanti a questa festa, i quali hanno l'esempio di cosa sia un
legame più forte del tempo, soprattutto in una società come quella
odierna, in cui spesso in nome della libertà della propria persona si
rompono facilmente i legami con le altre persone. Così, il "giogo" (dal
latino jugum da cui cum-jugum e quindi coniuge) soave come quello tra
due sposi, che a fronte di qualche sacrificio, dà la gioia della
realizzazione e della procreazione, viene spesso preso con
superficialità per la miope ricerca del proprio benessere e non quello
della coppia. E questo è tanto più frequente quanto più questo rapporto
non è vissuto alla luce della fede.
Riunire, quindi,
coppie (questo dicembre ne erano 29) con 5, 10, 15 anni di "anzianità"
con quelle di 40, 50 o 55 permette ogni anno di dare una profonda
testimonianza alla nostra comunità parrocchiale.
I coniugi presenti erano: |
Nozze di Legno: 5 anni
Possanzini Moris e Monica
Trombettoni Roberto e Tania
Nozze di Stagno: 10 anni
Busilacchi Claudio e Tania
Cecchini Mirco e Barbara
Manara Emanuele e Silena
Petrucci Francesco e Pamela
Nozze di Cristallo: 15
anni
Pacetti Gianni e Tizia
Nozze di Porcellana: 20
anni
Santini Giovanni e
Serenella
Nozze d’Argento: 25 anni
Mainardi Piero e Maria
Novella
Lombardi Giancarlo e Rita
Pesaresi Doriano e Isabella
Nozze di Perla: 30 anni
Giacomini Paolo e Rita
Traversi Fausto e Adriana |
Nozze di Corallo: 35
anni
Cartuccia Enrico e Fiorisa
Luconi Aldemiro e Graziella
Moretti Pietro e Maria
Traversi Aldo e Sandrina
Nozze di Rubino: 40 anni
Borsini Leonello e Rita
Pietroselli Valerio e
Patrizia
Nozze di Zaffiro: 45
anni
Lucchetti Aldo ed Enrica
Natalini Antonio e Rita
Sabatinelli Cesino e Dina
Nozze d’Oro: 50 anni
Ferro Armando ed Assunta
Marconi Angelo e Teresa
Paolella Dario e Alessandra
Rosi Giancarlo e Gabriella
Nozze di Smeraldo: 55
anni
Moroni Celso e Maria
Pucci Nazareno e Rina |
Quest'anno, una
felice coincidenza ha fatto sì che 3 coppie festeggiassero il loro
anniversario insieme ai propri figli che a loro volta festeggiavano il
proprio. Da menzionare, inoltre, che il ricordino dato dalla Parrocchia
ad ogni coppia (oltre al bouquet ad ogni sposa) è stato un quadretto
raffigurante la Madonna di Loreto Protettrice delle coppie con una
speciale preghiera d'intercessione che è stata letta a fine Messa. |
INCONTRO
DI PREGHIERA DIOCESANO A POLVERIGI
Giovedì 3 dicembre dalle 18
presso la nostra parrocchia c'è stato
l'incontro diocesano per i giovanissimi/
adolescenti a Polverigi
che avrà per tema l'ADORAZIONE
EUCARISTICA in preparazione al Congresso
Eucaristico Nazionale del 2011 che si
terrà presso la nostra diocesi!
La preghiera è stata condotta dai
responsabili della diocesi, mentre
l'animazione è stata curata dagli
animatori del nostro oratorio!
Materiale da scaricare:
catechesi
indovinelli
la ricerca
puzzle1 e
puzzle 2
L'Arcivescovo Edoardo ha sottolineato
quattro punti focali:
-
l'aspetto spirituale, perché il
Congresso Eucaristico è un atto di fede
nell'Eucarestia;
-
quello ecclesiale, perché è un evento di
comunione per tutta la Chiesa italiana;
-
quello sociale, perché l'Eucarestia,
attuazione dell'amore di Dio verso gli
uomini, guarda la società;
-
quello culturale, perché occasione di
riflessione teologico-pastorale sui temi
del vivere umano.
|
VEGLIA
MISSIONARIA
Il sabato 21 novembre nella
Cattedrale di San Ciriaco alle 21 ci sarà la
veglia missionaria presieduta dall'Arcivescovo mons
Edoardo Menichelli e con la partecipazione del Coro
Diocesano, Coro del Laboratorio Liturgico Musicale del
Gen Verde, e Cori della Metropoli (Loreto, Jesi,
Senigallia e Fabriano).
|
Da
"Presenza"
Un
laboratorio liturgico-musicale con il Gen Verde
"occasione entusiasmante per preparare ed eseguire della
musica lavorando con chi
l'ha composta" quattro giorni, da giovedì 5 a domenica 8
novembre per vivere insieme "fino ad arrivare alla
costituzione di un solo grande coro e orchestra"
|
SETTIMANA EUCARISTICA DAL 9 AL 14 NOVEMBRE
TURNI PER L'ADORAZIONE EUCARISTICA
Venerdì 13 Novembre 2009
Dalle ore 17.30 alle ore
24.00
DALLE ORE 17.30 ALLE ORE
18.30 IL GRUPPO DEL ROSARIO
DALLE ORE 20.00 ALLE ORE
21.00 IL GRUPPO DEI CATECHISTI
DALLE ORE 21.00 ALLE ORE
22.00 IL GRUPPO GIOVANI FAMIGLIE
DALLE ORE 22.00 ALLE ORE
23.00 IL GRUPPO DELL'ORATORIO + IL GRUPPO DELL'UNITALSI
DALLE ORE 23.00 ALLE ORE
24.00 IL GRUPPO DI AZIONE CATTOLICA
Sabato 14 Novembre 2009
Dalle 16.00 II
Elementare con la catechista Cinzia
Dalle 16.15 III
Elementare con la catechista Federica
Dalle 16.30 IV
Elementare con la catechista Bruna
Dalle 16.45 V
Elementare con la catechista Teresa
Dalle 17.00 I Media
con la catechista Ilaria
Dalle 17.15 II Media
con la catechista Orietta
Giovedì 12 novembre dalle
15.00 III Media con la catechista Gabriella
TI
RINGRAZIO SIGNORE
Ai tempi di San Tommaso i
sacerdoti non erano soliti celebrare la messa tutti i giorni, eppure
quando non era impedito da una malattia, celebrava ogni giorno, e poi
ascoltava, quasi come ringraziamento, la messa di qualche suo
confratello. Si racconta che poi spesso si commovesse fino alle lacrime,
e talvolta non riusciva neppure a proseguire la celebrazione.
Ti ringrazio, o Signore santo,
Padre onnipotente, eterno Dio, che, non certo per i miei meriti, ma per
solo effetto della tua misericordia, ti sei degnato di saziare, col
prezioso Corpo e col Sangue del Figlio tuo, il nostro Signore Gesù, me
peccatore, indegno tuo servo.
Ti prego che questa santa
comunione non sia per me un reato degno di pena, ma valida intercessione
per ottenere il perdono. Sia essa per me armatura di fede e scudo di
buona volontà. Sia liberazione dei miei vizi, sterminio della
concupiscenza e della passione, aumento di carità, di pazienza, di
umiltà, di obbedienza, di tutte le virtù; sicura difesa contro le
insidie dei miei nemici tanto visibili quanto invisibili, assoluta
tranquillità delle passioni carnali e spirituali, perfetto abbandono in
te, unico e vero Dio, felice compimento del mio fine.
Ti prego affinché ti degni di
condurre me peccatore a quell'ineffabile convito dove tu col Figlio tuo
e con lo Spirito Santo sei luce vera ai santi tuoi, sazietà piena,
gaudio eterno, gioia completa, felicità perfetta.
Amen.
San Tommaso d'Aquino
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MEDITAZIONI PER L'ADORAZIONE EUCARISTICA
PREGHIERA QUOTIDIANA
Maria, madre di Gesù dammi il tuo cuore così
bello, così puro, così immacolato, così pieno
d'amore e d'umiltà, affinché io possa ricevere Gesù nel
pane della vita, amarlo come tu lo hai amato e servirlo
nelle sembianze sfigurate dei più poveri tra i poveri.
Amen.
Beata Madre Teresa
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Dal
Bollettino
Il Mondo
(Anna)
Per la strada ho incontrato un ragazzo cieco
Mi son
fermato a guardarlo e lui, come se potesse vedermi, mi
si è avvicinato, mi ha sfiorato il viso con la mano.
Mi ha
chiesto com'è il sole, ed io gli ho fatto sentire il suo
calore.
Mi ha
chiesto com'è la luna, ed io gliel'ho descritta.
Mi ha
chiesto com'è il mondo, ed io, piangendo, gliel'ho
inventato.
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Parrocchiale di
novembre 2009
Ho dipinto la Pace
(Tali Sorex, 13 anni
israeliana)
Avevo una scatola di colori
brillanti e vivi;
avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il
sangue dei feriti;
non avevo il nero per il
pianto degli orfani;
non avevo il bianco per le
mani ed i volti dei morti;
non avevo il giallo per le
sabbie ardenti dell'odio.
Ma avevo l'arancio per la
gioia della vita,
ed il verde per i germogli
ed i nidi,
ed il celeste per i chiari
cieli splendenti,
ed il rosa per il sogni ed
il riposo.
Allora mi son seduta ed ho
dipinto la pace.
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OTTAVARIO DEI MORTI
La settimana dedicata alla commemorazione dei defunti
sarà arricchita dalla celebrazione delle S. Messe delle 18:30 da parte
di un missionario Saveriano.
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Programma
Tutti giorni Rosario e S. Messa alle ore 18:30
Domenica 18 ottobre 2009
9:00 Santa Cresima
11:00 S. Messa
18:00 Solenne Processione per le vie del paese
19:00 S. Messa
il paese verrà illuminato e presterà servizio il corpo bandistico di
Polverigi
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Festa della Madonna di Fatima
dal 12 al 18 ottobre
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